Cesare Damiano presidente Commissione Lavoro alla Camera, contro Tito Boeri e le sue dichiarazioni negative sull’Ottava salvaguardia, che va difesa ad ogni costo, le dichiarazioni del Presidente Imps, rilasciate in una intervista su Sole24 Ore, ha innescato una serie di polemiche in suffragio alla categoria di lavoratori esodati rimasti esclusi dalle sette salvaguardie precedenti e ridotti al limite della sopportazione umana, evidentemente il Presidente dell’Inps non ha idee molto chiare in proposito. sparando dichiarazioni con dati alla mano che sono stati prontamente contestati dalla pagina Facebook dal Comitato Licenziati o Cessati senza tutela, come dalle voci del popolo che si levano e consigliano tale Presidente di rimanere nell’ambito delle sue funzioni senza interferire su questioni a lui non competenti; Damiano contesta a Boeri le sue affermazioni, dichiarando che l’ottava salvaguardia va difesa ed entro settembre deve risolversi definitivamente, chiudendo questa pagina vergognosa voluta dal governo Monti!
Così Cesare Damiano: ‘Le salvaguardie per gli esodati sono state la migliore risposta possibile del Parlamento al grave problema sociale causato dalla ‘riforma’ Monti che fu realizzata con l’imposizione della Troika europea, all’epoca paladina delle politiche del rigore liberista. Quelle stesse politiche che ci stanno portando all’autodistruzione economica e sociale. Non condividiamo la gran parte delle opinioni di Boeri contenute in una intervista e pensiamo che l’ottava salvaguardia debba essere realizzata nel mese di settembre per chiudere definitivamente il problema degli esodati‘.
Il Presidente Commissione Lavoro, prosegue: ‘Confondere gli interventi di giusta correzione del sistema previdenziale – prosegue – al fine di renderlo più flessibile, con l’assistenza, è un grave errore. Inoltre, correlare gli 11,6 miliardi delle salvaguardie agli 80 miliardi che verranno risparmiati fino al 2022 è fuorviante: come ha ben spiegato il Governo nel suo Documento di Economia e Finanza dell’aprile scorso, i risparmi che si realizzeranno con le riforme del 2004, 2007 e 2011 saranno, fino al 2050, pari a 900 miliardi di euro”. “Il costo delle salvaguardie rappresenta, quindi, solo l’1,28% di questa somma. C’è ancora ampio spazio per restituire qualcosa a lavoratori e pensionati. Visto che l’INPS, con la busta arancione, si è cimentata nel prevedere l’entità degli assegni pensionistici che verranno erogati fra trent’anni (con un mercato del lavoro nel quale non si sa se domani mattina si è ancora occupati), dovrebbe anche farlo con i conti dei risparmi delle riforme previdenziali per collocare, nella giusta dimensione strategica, peso e significato degli interventi sulla previdenza che dobbiamo realizzare con la prossima legge di Bilancio” “Aspettiamo di leggere i testi per capire la portata reale di queste proposte‘.
Fonte: pensioniOggi
Effettivamente, però, quando Tito Boeri afferma che, con i
soldi che si daranno a chi percepirà 3000 Euro al mese
di pensione, si potevano finanziare dieci anni di reddito
minimo per chi ha perso il lavoro ed ha fra i 55 e i 65 anni
… questa è una cosa giusta!
I diritti acquisiti con una vita di lavoro non si dovrebbero toccare ma toccare chi non ha lavorato per una vita ma per 5 anni e prende un vitalizio pensionistico da nababbo, quelli si dovrebbero toccare ma purtroppo soNO intoccabili perché della ‘casta’… cordiali saluti, Ariella